Se un dipendente osa affermare che l’Amministrazione per cui lavora è ridicola, rischia un
procedimento disciplinare per danno di immagine. Invece, sembra che i “potenti” non si
preoccupino di affossare, la reputazione di tutti noi che ogni giorno lavoriamo per arrivare a fine
mese senza problemi.
È democratico uno Stato che da una parte offre immensi privilegi economici a pochi (privilegi
pagati dalla collettività) e dall’altra assiste a gesti estremi di cittadini impossibilitati a far fronte a
debiti nemmeno troppo ingenti? Due pesi e due misure non fanno una democrazia, e ci sembra
quasi di tornare al medioevo, con i medievali privilegi dei “boiardi di Stato”. Ci riferiamo a quegli
alti funzionari della PA e di Enti di Stato designati a quei posti dalla cosiddetta “politica”, super
pagati e titolari di inauditi privilegi.
Soggetti con stipendi d'oro e innumerevoli incarichi contro i quali la UILPA si è già schierata,
ottenendo solo in parte i risultati sperati.
Ancora una volta, come Organizzazione Sindacale, ci esponiamo a favore dei principi della legalità
e del rispetto delle regole.
Giusto per fare qualche esempio:
 C’è chi percepisce uno stipendio di circa 3.833 euro al giorno con cinquantaquattro
incarichi societari? Stipendio non in linea con la legge 214 del 22/12/11, che stabilisce che il
trattamento economico complessivo del Primo Presidente della Corte di Cassazione, circa
305mila euro annui, diventi il parametro di riferimento per tutti i manager delle PA e in
nessun caso l’ammontare delle somme loro erogate dalla PA potrà superare questo limite.
 C’è chi percepisce una pensione di 31.411 euro lordi al mese, 22 mila come ex professore
universitario e 9mila di vitalizio come ex parlamentare.
 C’è chi come amministratore delegato percepisce dalle casse dello Stato dai 4,37 milioni ai
5,8 milioni euro l’anno lordi.
Insomma, una lista interminabile di una casta lontana dai bisogni dei cittadini e dei lavoratori.
Un’immensa sproporzione che a noi non sta bene.
Può la Legge tollerare questo immenso squilibrio con le famiglie che non arrivano a fine mese?
Dov’è finito l’articolo 36 della Costituzione che garantisce a tutti e non a pochi il diritto a “una
retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa”?
Peggio i vecchi o i nuovi boiardi?
La migliore risposta sta in un vecchio aforisma francese: “Plus ca change et plus c’est la mème
chose”.
Nel frattempo a noi della UILPA-MEF tocca non abbassare mai la guardia, per paura che ci
vengano negati i nostri diritti.
Assistiamo al declino, pur non mollando nell’ingiustizia.
Le indennità accessorie del FUA 2016 e delle risorse finanziarie disponibili di cui all’art.3, comma
165 della Legge 350/2003 c.d. “cartolarizzazione” cercano ogni anno di ridurle, vengono rimandati
nei pagamenti e stessa sorte per lo straordinario.
Non possiamo credere di meritare questo trattamento; di dover fare richieste, incontri, solleciti e
contrattazioni per un diritto che spetta ai lavoratori.